“Dove nascono le poesie”, editoriale di Luigi Giurdanella de “I Poeti dell’Ariete News”

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Dove nascono le poesie, titolo dell’editoriale di febbraio 2020 scritto da Luigi Giurdanella per il giornalino «I Poeti dell’Ariete News». Gli incontri di letture (momentaneamente sospesi per l’emergenza coronavirus) del gruppo I Poeti dell’Ariete si tengono ogni mese nel salone del Gran Caffè al Foro Foro Buonaparte, 67 – Milano – MM1 Cairoli. (Immagine di proprietà del blog)

Leggevo sul «Corriere della Sera» di domenica 2 febbraio 2020, che a Monza è stata inaugurata una scuola di poesia. La scuola si rivolge a persone di ogni età e di ogni ceto come per esempio (e cito testualmente): “…l’insegnante di scuola primaria che usa da tempo la poesia in classe, la psicoterapeuta che attraverso i versi riesce ad entrare in contatto profondo con i propri pazienti, la studentessa universitaria che ha già qualche poesia nel cassetto in attesa di pubblicazione, l’artista che usa il colore per esprimere i propri stati d’animo e vuole imparare a farlo a parole e la geologa che scrive da sempre ma aveva bisogno di un luogo dove condividere questa sua passione”. Mentre non si può che lodare l’iniziativa, tutto quanto aiuta la poesia, considerata da tempo la cenerentola delle arti, ben venga, suscitano perplessità quelle categorie elencate che, secondo l’autrice dell’articolo, Rosella Radaelli, rappresentano le persone di “ogni età e ceto” che dovrebbero trarre beneficio dalla scuola di poesia. Non per voler sminuire l’encomiabile iniziativa, ma a me sembra un elenco molto elitario o quanto meno illusorio. Mi spiego, parto dalla trentennale esperienza quale coordinatore del gruppo “I Poeti dell’Ariete”, dove con la principale iniziativa che ci contraddistingue: “Letture libere di poesia a tema”, abbiamo dato la possibilità a centinaia di persone, “di ogni età e ceto”, di tirar fuori la poesia dal classico cassetto, ma soprattutto di poter esprimere il loro pensiero liberamente. La nostra iniziativa è più che altro un’idea, un modo di vivere, un’unione di persone: di amici prima che poeti. Si tratta di un gruppo aperto, illimitato e non definitivo di cui tutti possono far parte anche solo per un incontro. Infatti da noi c’è chi viene, chi va, chi ritorna, chi scompare per anni e poi ricompare, ed è sempre ben accolto, anzi festeggiato. È un modo per essere all’interno del mondo della poesia, portandola a livello della semplicità, eliminando la vecchia idea di “sistema poetico”. Ai nostri incontri partecipano: dalla casalinga alla docente, dalla lavoratrice alla pensionata, dall’artista all’impiegato, dallo studente all’operaio … e l’elenco potrebbe continuare a lungo. Ma negli anni si è creato quello che si dice “lo zoccolo duro”, cioè un nutrito numero di persone presente assiduamente e attivamente agli incontri. Il “Tema” che viene assegnato di volta in volta, stimola a riflettere sulla quotidianità e sulla poesia, sul rapporto fra le due e sulla distanza fra le due. Così ogni incontro è diventato un vero e proprio stimolo creativo, e non solo poetico, perché diversi partecipanti aggiungono al “Tema” un contributo pittorico e/o artistico. Certamente la nostra non è una scuola di poesia ratificata, ma un laboratorio poetico estemporaneo senz’altro, dove si impara a scrivere poesia grazie all’ascolto, al confronto con gli altri, alla discussione, insomma grazie all’esperienza che si fa “sul campo”. Nell’articolo si accenna anche all’annosa domanda se esista davvero un metodo per imparare a scrivere poesie, alla quale viene risposto, senza compromettersi, che bisogna cominciare leggendo e studiando i grandi (Montale, Ungaretti ecc..), e io aggiungerei che come condizione indispensabile per lo svolgimento di un buon lavoro poetico, bisogna possedere una buona formazione culturale. E sempre all’articolo viene riportato quanto dice Demo Bulfaro, promotore della suddetta Scuola di poesia: “C’è un grande bisogno di poesia, oggi più che mai, paradossalmente siamo sempre connessi, ma disconnessi da noi stessi, viviamo in un tempo di analfabetismo e solo la poesia riesce a mettere in relazione la parte superficiale con quella più profonda di noi”. Parole che condividiamo in pieno e sottoscriviamo, consapevoli del grande bisogno, insito in ognuno di noi di aprire il proprio cuore, e tante persone lo fanno confidando e affidando alla poesia una parte della ricca complessità del loro animo. Allargando l’orizzonte, aggiungo che la Poesia è un fil-rouge che unisce tutti i popoli, una sorta di esperanto dell’anima, un linguaggio nato per manifestare l’interiorità delle persone, per raccontare luoghi e sogni, per illuminare e accomunare differenti culture. Poesia: grande esercizio di libertà!

Luigi Giurdanella
Da «I Poeti dell’Ariete News» n° 155 febbraio 2020

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Per gentile concessione del gruppo “I Poeti dell’Ariete”

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