“Affreschi strappati”, poesie di Giuseppe Settanni
che poi un giorno / quando il tempo infila i chiodi / nelle arterie…
“Zona Poesia Libera” è lo speciale spazio dedicato alle poesie degli amici poeti. Ringrazio Giuseppe Settanni, poeta di S. Giovanni Rotondo (FG) che vive e lavora a Fano, per la sua lirica tratta dalla fresca raccolta Affreschi strappati, postfazione di Ilaria Triggiani, Edizioni Ensemble, giugno 2022. (Immagine di proprietà di Giuseppe Settanni)
che poi un giorno
quando il tempo infila i chiodi
nelle arterie
ti accorgi dello spreco
l’avevi preso
per uno spettro in letargo,
una mania da poco
il trauma,
accorgersi che il basamento sfugge
da solo
e alla composizione
manca il pezzo al centro
da sempre
* * *
Per gentile concessione di Giuseppe Settanni
NOTA BIOBIBLIOGRAFICA
Giuseppe Settanni è nato a S. Giovanni Rotondo (FG) nel 1981 e vive a Fano (PU). Laureato in Giurisprudenza, svolge l’attività di avvocato e docente universitario presso l’Università di Urbino. Ha pubblicato per la poesia Blu (Edizioni Ensemble, 2019) e Affreschi strappati (Edizioni Ensemble, 2022).
RICONOSCIMENTI
Alla poesia Fratture non scomposte il Premio Nazionale di Poesia Inedita “Ossi di Seppia” 2019; alla silloge poetica Blu il Premio “Anselmo Filippo Pecci” 2020; alla poesia Il museo delle mancanze il Premio “Ariodante Marianni” 2020; al testo Delirio dell’amore bestiale il Premio “Roberta Perillo” al Concorso “Ciò che Caino non sa” 2020; con la composizione Il richiamo vincitore assoluto al Premio “Besio 1860”; al lavoro poetico In un logaritmo il Gran premio della giuria nel Concorso “I colori dell’anima”.
La poesia visiva Dialoghi è stata esposta alla Biennale di arte contemporanea “Luglio a Palazzo Merizzi” 2021.
Suoi testi sono pubblicati su vari blog e siti letterari, quali «Poesia del nostro tempo», «La presenza di Erato», «Calcio alla Poesia», «Margutte», l’angolo Poesia del quotidiano «La Repubblica», «Inverso – Giornale di poesia», «Poliscritture», l’Angolo degli inediti di «Stampa 2009», «Poetry factory» e «Le stanze di carta».